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03 maggio 2018

Riforma pensione farmacisti: unanimità virtuale

Strada impervia per la riforma

"Arrogante, indelicata e senza stile la posizione che Fofi, Federfarma e Fenagifar hanno assunto sulla questione previdenziale", così il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria delle libere parafarmacie italiane commentano il documento uscito dalla riunione delle tre organizzazioni.
"E' la posizione dei proprietari di farmacia e dei loro figli, non della categoria, una posizione che vuole dettare legge su tutti i farmacisti italiani".
Hanno dapprima snobbato la riunione organizzata dall'Enpaf con tutte le "anime" della categoria ed ora vogliono imporre il proprio punto di vista senza confrontarsi con chi la pensa diversamente. Ulteriore conferma di una spaccatura profonda della categoria che la Fofi contribuisce da tempo ad aumentare.
Proprio l'iniziativa della Fofi sorprende, perché su un tema così delicato invece di unire su una posizione comune a tutti i farmacisti italiani si fa latore di un disegno di parte incomprensibile e non organico agli interessi comuni.
Fofi che brilla per protagonismo in queste occasioni, ma si guarda bene da intervenire in maniera decisa e forte su altri argomenti ben pi urgenti ed importanti, primi fra tutti il rinnovo del contratto, l'abusivismo professionale, nuovi sbocchi occupazionali ecc. ecc.
Nel merito appare chiaro sin dall'inizio come gli interessi cavalcati dalle tre organizzazioni siano particolari e non comuni a tutta la categoria, ponendo come primo punto la riduzione della contribuzione ai pensionati che ancora lavorano in farmacia. Proprio coloro che in passato hanno goduto di condizioni particolarmente favorevoli nell'andare in pensione.
Nel mondo un pensionato è colui che lascia la propria attività per godersi il meritato riposo, si lasci dunque la titolarità della farmacia e poi si cominci a discutere.
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e l Confederazione Unitaria Libere parafarmacie italiane rilanciano la propria proposta nata durante il confronto con l'Enpaf, di stimolare su base volontaria e limitata nel tempo proprio i pensionati affinché rinuncino a una piccola parte della propria pensione per la creazione di un fondo di solidarietà da riservare ai farmacisti disoccupati.

La riforma del sistema contributivo pensionistico è possibile, ma con questi presupposti la strada diventa veramente impervia.
 

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