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16 giugno 2016

Ddl concorrenza - Antitrust: il bicchiere non è mezzo pieno ma completamente vuoto

Relazione Antitrust

Il 91% dei volumi e il 92,3% in valore del mercato dei farmaci d'automedicazione ancora saldamente in mano alle farmacie che detengono anche il 93% del mercato dei farmaci veterinari. Questi i numeri che secondo il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, aldilà delle suggestioni corporative, descrivono meglio di qualsiasi parola di come la concorrenza nel settore delle farmacie abbia ancora molta strada da fare.
Se a questi dati aggiungiamo anche che delle 2500 farmacie promesse dalla legge Monti dopo ben quattro anni ne siano state aperte poche decine grazie ai ricorsi, abbiamo il quadro completo di un settore praticamente bloccato.

Il bicchiere non è mezzo pieno, ma completamente vuoto.

Quando il presidente dell'Antitrust afferma che "i privilegi normativi bloccano la concorrenza e creano diseguaglianze" dice una cosa reale che ha delle conseguenze dirette sulla società italiana, perché a forza di dare spazio a lobby e corporazioni l'ascensore sociale non solo è bloccato, ma inizia a scendere nei piani inferiori.

Certo, approvare in fretta il Ddl concorrenza potrebbe essere una priorità se esso contenesse norme atte ad ampliare effettivamente la concorrenza, le stesse che  l'Autorità aveva indicato. Ma ora, dopo che la politica ha seguito passo per passo quello che lobby e corporazioni dettavano, che senso ha?

Perché credere che le cose potrebbero cambiare con la prossima legge per la concorrenza, se quella che si sta ancora discutendo è naufragata nelle sabbie mobili già nel Consiglio dei Ministri?

Ora e subito è possibile mettere in campo riforme a costo zero per lo Stato in grado di far ripartire occupazione ed investimenti nell'interesse dei consumatori. Riforme come la liberalizzazione dei farmaci di fascia C.

Il resto sono chiacchiere come quelle del Sen. D'Ambrosio Lettieri, già titolare di farmacia e Vice Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti, che dimenticando la sua duplice veste chiede al partito di maggioranza di fare un mea culpa totale sulle politiche di riforma degli ultimi anni. Le uniche politiche, quelle di Bersani, che hanno realmente introdotto norme pro concorrenziali negli ultimi decenni.
Le stesse chiacchiere di chi vuole blindare l'accesso alla facoltà di Farmacia, naturalmente senza aver rimosso prima privilegi e monopoli.
Nessun impegno forte invece per cancellare norme contrarie all'occupazione come quella degli stage post laurea fonte di sfruttamento per tanti laureati.

La concorrenza in Italia è fatta solo a parole pochi hanno avuto il coraggio di farla diventare politica concreta, perché pochi, compreso il governo, hanno il coraggio di mettersi contro i poteri forti.

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